Cambiare la potenza del contatore della luce
Avete acceso contemporaneamente due climatizzatori e lo scaldabagno elettrico ed è scattato il contatore? Il motivo è dovuto a una insufficienza della potenza contrattualmente impegnata che vi obbliga a dover fare a meno di uno o più grandi elettrodomestici.
Di fatto la maggior parte dei contratti della luce consentono di consumare in tempo reale fino a un massimo di 3,0 kW con una tolleranza del 10% pertanto il livello effettivo massimo della potenza disponibile è di 3,3 kW.
E’ possibile aumentare, o all’occorrenza, diminuire il valore di potenza contrattualmente impegnata rivolgendosi al proprio fornitore di energia elettrica. I valori predefiniti sono: 1,5 kW, 3 kW, 4,5 kW e 6 kW tuttavia, da gennaio 2017 è consentita la richiesta di aumento/riduzione della potenza a scaglioni di 0,5 kW.
Il cambio di potenza comporta un costo per l’intervento.
I valori sulla tensione di fornitura, potenza contrattualmente impegnata, potenza disponibile ma anche statistiche come il livello massimo di potenza raggiunto mensilmente sono tutti dati riportati in chiaro sulla bolletta della luce.
La tensione monofase e trifase
Oltre la potenza un altro fattore da tenere in considerazione è la tensione disponibile, può essere:
- Monofase, impiegata nelle abitazioni civili ci sono due conduttori – in altre parole due cavi – che escono dal contatore: una Fase (colore marrone o nera) e il Neutro (colore blu) – che ha valore nullo.
La tensione alternata massima disponibile è 230V e una frequenza a 50 Hz. - Trifase, utilizzata in abito industriale è formato da tre conduttori, ovvero tre Fasi con la stessa tensione e frequenza ma sfasate di 120°.
La tensione alternata massima è di 380V.
Inoltre può essere presente anche il neutro.
La messa a terra
Il filo giallo-verde che rappresenta la messa a terra è una misura fondamentale di sicurezza per l’uomo e i dispositivi impiegati presente sia negli impianti civili che industriali, pertanto adoperata sia su sistemi monofase che trifase.